Security through obscurity: basta!

"ehhhh, non te lo posso dire. Sai com'è...è una soluzione estremamente sicura e gli algoritmi non possono essere certo rivelati. Pena la sua insicurezza!"

Sì, è successo ancora. E proprio a me! Tra grandi sofferenze, mi hanno rivelato il segreto. Inconfessabile. Quasi ai limiti del rossore e della vergogna. 
I dettagli, come nei migliori film di spionaggio, non possono essere rivelati. Ed io che pensavo che la sicurezza di un sistema fosse garantita da un'ampia review degli algoritmi e della implementazione, e dalla sola segretezza della/e chiave/i di cifratura!

Io, illuso come quel certo "Kerckhoffs" e i suoi strampalati principi che non servono a nessuno. 

Ma che ci importa di tonnellate di libri, pubblicazioni ed esperienze? Noi ci reinventiamo la ruota: quadrata però!

Un pizzico di offuscamento, parecchia segretezza, qualche nozione di crittografia (sceglieranno un DES ne sono sicuro) e un po' di sana insofferenza verso la crittografia pubblico-privata e voilà: ecco il mostro servito su un piatto di argento. 

Ma che ci volete fare: la sicurezza è un prodotto, non certo un processo!

Commenti

  1. Ciao Roberto,

    ci risiamo: se racconti il peccato ma non il peccatore non c'è gusto; chi è l'ignorante di turno? Un'azienda italiana, una multinazionale oppure un Istituzione della Repubblica ;)

    Bruce Schneier non usa uno pseudonimo e per giunta fa i nomi delle società che vendono snake oil

    Mario.

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