Non ce la faccio più! Continuo a sentir pronunciare " exploit ", nel senso di " sfruttamento di una vulnerabilità informatica ", in francese: espluà ! E' quasi un pugno nello stomaco! Sebbene il termine inglese derivi dal francese, quando si usa nel contesto della sicurezza informatica, la pronuncia è in inglese, ovvero " ecsploit "o " icsploit " (a seconda che sia un sostantivo o un verbo). E poi visto che la consuetudine è quella di usare termini inglesi nel contesto informatico, e per amore di un unico e non ambiguo vocabolario, usiamo i termini inglesi quando ci riferiamo a cose ben specifiche e relative all'informatica. Per essere estremamente chiari, se dobbiamo parlare di "SQL Injection" non è che possiamo tradurla come "inoculazione di sequenze maliziose in una istruzione del linguaggio SQL". Non si capisce nulla! Altrimenti torniamo al caro professore che insisteva nel tradurre "Computer" in "...
L'articolo indicato offre diversi spunti di riflessione, ma come si legge nei commenti nella stessa pagina, la prospettiva è certamente errata quando sostiene la possibilità di accedere al sorgente del software closed source tramite tecniche di reverse engineering: questo è ovviamente illegale, oltre che spesso tecnicamente poco redditizio; i due approcci che si affrontano differiscono per il modello di business, ma filosoficamente, la possibilità di conoscere il sorgente è garanzia di libertà e progresso culturale.. col rischio che tutto ciò resti solo una pura aspirazione..
RispondiEliminaComplimenti per il blog, è il mio preferito.. saluti, Gabriele