Social card anonime?
Sì, certo, la tutela della privacy degli utenti è fondamentale, soprattutto per quelli "poveri". Ecco quindi la seconda bella pensata: rendere le "Social Card" anonime. La prima è quella della "Tessera annonaria"...ooppps.....scusate, "Social Card".

Ma perché tutelare la privacy del povero utente "povero"? Il "povero", quando va ad acquistare un bene di consumo con la sua nuova e fiammante Social Card, ci va di persona e mostra la sua faccia. Certo non ha scritto nome e cognome sulla fronte, ma qualcuno potrebbe comunque riconoscerlo e quindi identificarlo, accoppiando il nome e cognome al volto riconosciuto, alla social card posseduta dal "povero". Alla fine avviene l'infausta associazione: lui ha la social card ergo è "povero".
Per evitare questa identificazione il povero utente "povero" dovrebbe andare in tutt'altra zona (ma se è "povero" non ha la macchina e quindi deve prendere i mezzi e come fa con le buste della spesa? Ma tanto è povero e quindi potrà comprare poco, non è un problema!), dove tenterebbe di non essere riconosciuto, mascherandosi da paperino, per nascondere la sua vera identità.
Certo se è povero mi vene da pensare che non possa permettersi il travestimento...
Questa storia della "privacy" è diventata una barzelletta.
Aridatece er puzzone, ridatece Rodotà
Penso che una campagna di controlli nelle aziende volta ad accertare che i dati sanitari degli utenti siano trattati in modo opportuno e senza nessuna stortura da parte del datore di lavoro sarebbe più opportuna che ne dite?
Non sarebbe più serio e tutelante per i poveri cittadini? Che magari non verrebbero emarginati e licenziati per appartenenze politiche, religiose e gusti sessuali?
Ma noi in Italia abbiamo la "praivasi"!
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