L'Aquila un anno dopo: percezione della sicurezza

Pochi giorni fa sono ritornato con un caro amico a L'Aquila. Sono legato a quella città per tanti motivi ed era la prima volta che la rivedevo dopo il sisma. Inutile dire che l'impatto è stato duro. Difficile spiegare la sensazione: intere palazzine devastate, macerie ovunque, transenne e militari (di tutti i tipi) ed un silenzio irreale molto eloquente (alle 11.00 di sabato).

Constatare che dopo un anno si è al 3° esercizio commerciale riaperto nel centro. Osservare che tutti i lavori sulla via principale sono di "messa in sicurezza" e, se guardi un po' più in là, non ci sono nemmeno quelli. Cartelli ovunque con i quali diversi cittadini Aquilani e abruzzesi protestano. Tutto questo dà l'idea di un clima non proprio sereno!

Un evento catastrofico non è facile da gestire. Questo è fuor di dubbio. Ma oltre alla sostanza, che mi pare sia ancora poca, c'è anche una questione di apparenza, che alle volte incide più della sostanza sulla psicologia delle persone interessate dall'evento.

La domanda è: perché tutti questi militari nel centro storico di L'Aquila? Camionette dell'esercito con militari completi di giubbetto antiproiettile e pistola di ordinanza. Non bastavano i cari vecchi Carabinieri, magari potenziati in numero, a presidiare il territorio? Sicuramente sarebbe stata una presenza più discreta alla quale la gente è "visivamente" più abituata.

Come si deve sentire un Aquilano? Protetto o controllato?

La sensazione che personalmente ho avuto è quella di una inutile dimostrazione di sicurezza. Assai indiscreta e direi invece controproducente sulla psicologia dei cittadini già provati dal sisma.

Questo è per me il primo elemento di "sicurezza percepita" che però in realtà induce più ad una "insicurezza percepita"!

Altro elemento sono le "vistose" strutture di puntellamento per la messa in sicurezza dei diversi edifici. Vistose, appunto! Penso a quei fantastici teloni copri-impalcature che tappezzano tutta Roma e che ricoprono spesso le facciate degli edifici interessati da ristrutturazioni, e mi domando se non possano essere adoperati anche nella città de L'Aquila per dare un messaggio più positivo. Ma poi irrimediabilmente concludo che anche questo è forse voluto e rappresenta il secondo elemento di "sicurezza percepita". 

I messaggi sono nell'ordine: "vi proteggiamo" e "stiamo lavorando per voi".

Ma il silenzio è troppo eloquente...

Di seguito qualche foto (gentilmente concesse):

(Piazza Duomo - un silenzio incredibile alle 11.00 di sabato)

(Militari in assetto da guerra!)

(Non vi sentite rassicurati?)

(passeggiando per la via principale, giri lo sguardo e...)

(c'è anche scritto: lavori di messa in sicurezza)

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